L.A.Woman, il ritorno alle origini dei Doors

Il 19 aprile 1971 i Doors pubblicavano l'ultimo album prima della morte di Jim Morrison: "L.A.Woman", un ritorno alle origini che portò il blues nel sound della band per un'ultima volta

Il 19 aprile 1971 i Doors pubblicavano "L.A.Woman", sesto album in studio della band californiana che si rivelerà essere l'ultimo registrato da Jim Morrison in vita.

L'iconico frontman dei Doors morirà a Parigi solo tre mesi dopo l'uscita del disco, il 3 luglio dello stesso anno.

La voce e le parole di Morrison appariranno per un'ultima volta nel 1978 nell'album "American Prayer", realizzato dai Doors mettendo in musica una serie di poesie registrate dal cantante e poeta quando ancora era in vita.

L'uscita dell'album fu anticipata dalla pubblicazione del primo singolo 'Love Her Madly', avvenuta circa un mese prima.

I problemi di Jim Morrison con la legge e le tensioni con i Doors

Il finire degli anni '60 per i Doors risultò essere un periodo particolarmente complicato, specialmente per Jim Morrison. Il leader della band californiana passò mesi complicati in 'guerra aperta' con le autorità che mal tolleravano le sue uscite provocatorie sul palco o, semplicemente, cercavano ogni pretesto per accusare Morrison di qualcosa.

Atti osceni, resistenza a pubblico ufficiale, ubriachezza molesta sono solo alcune delle denunce collezionate da Morrison in giro per il paese. Dalla Florida al Connecticut sembrava che le forze dell'ordine non aspettassero altro che interrompere gli show dei Doors e di portare in cella o in tribunale il loro leader carismatico.

Di contro, Jim Morrison non faceva assolutamente nulla per evitare le controversie, anzi, e sia che si trattasse di accuse legittime che architettate ad arte, agli occhi dell'opinione pubblica era sempre il leader dei Doors ad uscirne come sconfitto.

L'apice si toccò quando, nel marzo del 1969, un'incidente avvenuto a Miami portò ad un lungo processo che, dopo una condanna nel settembre del 1970 e una serie di ricorsi, era ancora in essere quando Morrison morì nel luglio del 1971.

I continui problemi con la legge di Jim Morrison non ebbero un effetto diretto solo sul diretto interessato ma anche sulla band che venne bandita da molte venue degli Stati Uniti, stessa sorte che che capitò anche alle canzoni dei Doors, messe in blacklist da molte emittenti.

In questo scenario di tensioni e di difficile convivenza tra Morrison e i suoi compagni di band, nel novembre del 1970 i Doors entrarono in studio al Sunset Sound Recorders di Los Angeles per cominciare a registrare "L.A.Woman".

Le difficili registrazioni di L.A.Woman

Contrariamente al suo predecessore "The Soft Parade", un album pieno di orchestrazioni e arrangiamenti frutto di estenuanti sessioni di registrazione, l'idea dei Doors per "L.A.Woman" era di fare un passo indietro e ridurre le canzoni all'osso.

Con questo spirito la band cominciò a lavorare alle primissime versioni di 'Riders On The storm' e 'Love Her Madly' con Paul Rothchild, produttore di tutti gli album dei Doors fino a quel momento. Questa volta il produttore non fu molto colpito dal lavoro svolto da Manzarek, Densmore e Krieger, anzi si dimostrò completamente contrario al cambio di direzione. Rotchild paragonò la prima versione di 'Love Her Madly' a della semplice 'cocktail music', niente altro che musichetta che andava bene come sottofondo nell'ascensore di un hotel. Un passo indietro per la carriera della band di cui il produttore non voleva essere complice, motivo che lo spinse a tagliare i rapporti con i Doors e farsi da parte.

Pur sorpresa, la band decise di non lasciarsi intimorire dal parere contrario dell'ormai ex produttore e fece salire a bordo l'ingegnere del suono Bruce Botnick, il secondo chitarrista Marc Benno e il bassista di Elvis, Jerry Scheff per registrare il nuovo materiale.

Successore ideale di "Morrison Hotel", "L.A.Woman" voleva essere una sterzata decisa dal successo commerciale e dall'immagine di pop band già ampiamente minata dai comportamenti e dal nuovo look trasandato di Morrison.

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