Con Rumours i Fleetwood Mac misero a segno una piccola gemma, un piccolo capolavoro in grado di fare la storia della musica pop-rock mentre intorno alla band il modo cadeva a pezzi.
Pubblicato nel febbraio del 1977, "Rumours" alzò l'asticella segnata dal precedente "Fleetwood Mac" prendendo le energie dalle tensioni incredibili che serpeggiavano all'interno della band e delle relazioni che, in quel caso, andavano ben oltre i semplici rapporti tra membri.
Del resto, quando ci si mettono di mezzo le relazioni amorose, unite al successo e ad una quantità smodata di droga, il finale è quantomeno incerto. Per i Fleetwood Mac la cosa era ancora più vera perché le relazioni in questione e le tensioni annesse, tra divorzi, tradimenti e tutto il necessaire per come complicarsi la vita, si muovevano all'interno della band.
C'erano Crhistine e John McVie, rispettivamente tastiere e basso della band, che avevano deciso di concludere il loro rapporto evitandosi in silenzio.
C'era il 'titolare' Mick Fleetwood che scoprì di una relazione clandestina intrattenuta da sua moglie e madre dei suoi figli. Con il suo migliore amico.
E c'erano poi Stevie Nicks e Lindsay Buckingham, voce e chitarra, forza creativa dei Fleetwood Mac che avevano distrutto, male, una rapporto che durava da circa dieci anni.
Tutte queste tensioni finirono inevitabilmente anche all'interno del disco, dando vita ad una serie di botta e risposta attraverso canzoni come 'Go Your Own Way', 'Don't Stop' e 'Dreams', una riflessione scritta da Stevie Nicks sulla sua rottura con Buckingham.
Diventata con il tempo uno dei più grandi classici dei Fleetwood Mac e della musica in generale, Dreams ironicamente prese vita molto velocemente e, in un primo momento, non fece emozionare particolarmente gli altri membri della band, non Buckingham almeno.
Le registrazioni di Dreams
Pubblicata come singolo nel marzo del 1977, Dreams venne scritta l'anno precedente da Stevie Nicks mentre si trovava ai Record Plant di Sausalito, in California.
Mentre gli altri membri dei Fleetwood lavoravano in un'altra sala, dove non era richiesta la sua presenza, la cantante si chiuse in un piccolo studio con una tastiera che apparteneva a Sly Stone, leggendario leader di Sly & the Family Stone e compose rapidamente il brano.
Un momento di solitudine che permise alla Nicks di perdersi all'interno di se stessa, rimanendo in quella stanza piccola e buia per ritrovare le sue emozioni attraverso i tasti di un Fender Rhodes.
In soli dieci minuti, seduta su un letto di velluto nero, la cantante dei Fleetwood Mac diede vita ad una rough version che venne giudicata troppo semplice dai compagni.
Quando lo presentò alla band, inizialmente nessuno fu particolarmente convinto. Christine McVie fu l'unica a vederci del potenziale e, capendo che proprio quella struttura scarna poteva essere un punto di forza, contribuì a trasformarlo in un pezzo più raffinato e atmosferico.